Categoria: Storia

  • Vergogne – Il giorno del ricordo secondo la destra

    In un silenzio stampa quasi totale è iniziato l’8 febbraio a La Spezia il processo contro quattro SS accusati di essere i responsabili della strage di Marzabotto, una delle stragi nazifasciste più efferate, in cui furono uccisi più di ottocento civili tra il 29 settembre e il 12 ottobre 1944. Con imputati ormai ultra ottantenni (in contumacia) è evidente che l’azione penale è di fatto diretta non a fare giustizia, ma a restituire almeno la verità, a ricordare.

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  • Un libro sull’Acna – La fabbrica dei veleni non interessa piu’

    “Cent’anni di veleno. Il caso Acna, l’ultima guerra civile italiana” (Stampa alternativa, 10 euro) di Alessandro Hellmann è un piccolo libro (125 pagine, formato tascabile) che racconta con parole semplici una storia che comincia con l’insediamento di una fabbrica di esplosivi a Cengio nel 1882. “I contadini la osservano crescere dalle cascine e dai cortili delle loro case di pietra e fango. Indicano col dito. E’ un miracolo. Nessuno ha mai visto una fabbrica così grande”. La fabbrica, negli anni, produrrà anche coloranti, vernici, prodotti chimici (acido solforico, nitrico, fenolo). “L’azienda pensa a tutto: dal regalo di Natale ai dipendenti fino al dopolavoro, all’asilo e ai campi sportivi”.

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  • Dopo referendum. Il passo del gambero

    3 luglio 2005
    Il Vaticano chiama Gasparri

    All’assemblea nazionale di AN fanno capolino anche la 194 e il Vaticano. Durante il referendum, le gerarchie ecclesiastiche telefonarono a Gasparri per invitarlo a non rimettere subito in discussione l’aborto.
    A raccontare l’episodio è lo stesso Gasparri: «Mi hanno chiamato dal Vaticano dopo che avevo sostenuto che la 194 è modificabile – ha ricordato – e mi hanno detto: “una cosa alla volta” »

    (La Repubblica)

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  • Storia. La campagna d’Italia non fu un regalo

    D’accordo sul grazie dovuto agli Alleati e sul rispettoso ricordo di quanti lasciarono la vita in Italia nella guerra contro il fascismo. Ma mi sembra eccessivo sostenere che quei soldati erano qui “allo scopo di restituirci la libertà e la democrazia” e che a questo scopo sacrificarono la vita (come sul Corriere della Sera del 3 maggio). Gli alleati hanno combattuto in Italia per loro precisi interessi in lato senso politici, e per questo rischiarono (e molti persero) la vita.

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  • Europa. Vergogna per Vichy riabilitazione per Salò

    Parigi è piena di manifesti che invitano a visitare il nuovissimo “Memorial de la Shoah” (www.memorialdelashoah.fr), inaugurato il 25 gennaio di quest’anno.

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  • Foibe. Ricordiamo anche l’origine delle atrocità

    A poca distanza del 27 gennaio, “giorno della memoria” della Shoa, il 10 febbraio, come disposto da una legge approvata in un clima bipartisan, si è celebrato, per la prima volta, il “giorno del ricordo”, ma meglio sarebbe stato chiamarlo il giorno dell’oblio: nessuno delle centinaia o migliaia di italiani che hanno compiuto atrocità in Jugoslavia è mai stato punito.

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  • Ricordi. Non tutto da buttare quei difficili anni ’70

    Invecchiando provo un senso di allarme quando qualche episodio mi fa dubitare della mia memoria: così ieri, durante il consueto ascolto mattutino di “Prima Pagina”, ho avuto un trasalimento allorché il conduttore della settimana, Innocenzo Cipolletta (presidente del gruppo Sole 24 Ore), parlando di “Craxi figura binaria”, ha commentato che se non si possono negare i demeriti del personaggio, bisogna però tenere conto delle difficoltà che dovette fronteggiare. Infatti, dice il giornalista, quando Craxi assunse responsabilità di governo, alle sue spalle c’erano gli anni ’70 e “dobbiamo ricordare che gli anni ’70 furono veramente tragici dal punto di vista economico, politico e sociale”.

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  • Auschwitz. Le manipolazioni dello storico B

    A me sembra che le parole del premier ad Auschwitz, dove ha equiparato l’Olocausto ai crimini di Polpot in Cambogia, snaturino in qualche modo il senso del genocidio compiuto dai nazisti.

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  • Crimini nazisti. Chi vuole seppellire per sempre il passato

    Quanti gerarchi nazisti sono fuggiti in Argentina passando per Genova tra il 1947 e 1951? Chi li coprì? Chi fornì loro passaporti e visti? Quali i nomi? Il Secolo XIX nell’estate del 2003 aveva dedicato una lunga inchiesta a questa vicenda. Durante un dibatto al Bagdad Cafè, Mino Ronzitti è tornato a parlarne. Tra i nomi noti quelli di Eichmann , Mengele, Priebke aiutati a fuggire da funzionari argentini, dalla CRI e da esponenti della curia genovese.

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  • Irak e dintorni. Il falso problema dell’antiamericanismo

    Il direttore dell’”Europeo” Daniele Protti, che ha condotto “Prima pagina” tra il 25 aprile e il 1 maggio, si è mostrato contrariato perché a Milano qualcuno ha dato fuoco alla bandiera americana: così i pacifisti rischiano di essere scambiati per amici dei terroristi – ha detto.

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