Categoria: Informazione

  • Internet – Perché la politica ignora la rete

    Il “fenomeno Grillo” trae parte della sua forza della rete, come lui stesso ammette. Il suo blog pare essere fra i 12 più visitati al mondo e il primo italiano. Si parla di 200.000 adesioni solo via web al suo “V” day, ben 17 gruppi locali cittadini, promotori di incontri e iniziative, uno creato addirittura su “Second life”. Numeri mastodontici, più volte indicati come indice della disaffezione politica e del disfattismo italiano. Può darsi che sia disfattismo, ma alcune informazioni pare che abbiano campo libero solo sul web. Due esempi: nel già citato blog di Grillo oggi si parla della sospensione da parte del preside del Liceo Sicignani di Caltanisetta adottata contro i ragazzi che hanno protestato per il trasferimento del pm De Magistris richiesto da Mastella.

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  • Informazione – Allergia da eccesso di compiacenza

    Non serve buttarla sul cinico o sul ridicolo per spiegare il paradosso di un paese forse unico al mondo (il nostro), dove ci vuole un comico per smuovere iter (insabbiati) di leggi che dovrebbero essere normali, elementari: esempio, impedire l’elezione in Parlamento a politici condannati per reati gravi, come la corruzione, colpevoli cioè di azioni incompatibili con la dignità della funzione legislativa. (E’ un attacco a Berlusconi, grida fin d’ora la cosiddetta casa della libertà preannunciando barricate; dato a sua volta utile per capire chi non vuole cambiare le cose.)

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  • Politica- spettacolo – Mattatore quel Grillo e anche un po’ razzista

    Facile è ormai parlar male di Garibaldi, arriva a dargli del “cretino” la raffinata elaborazione del pensiero leghista; un po’ meno facile è criticare Beppe Grillo, in questo momento di grandi consensi politici per il comico nostro concittadino. Ebbene, senza nulla togliere alla sua capacità di dare corpo e voce alla rabbiosa delusione di una gran massa di italiani che si sentono irrisi dal potere, non solo partitico (da ricordare le sue precedenti e altrettanto coraggiose invettive contro oligarchie bancarie, telefoniche, televisive, ecc.), è difficile non provare una reazione di rifiuto, di indignazione, di fronte alla sua ultima sortita contro Prodi, paragonato a un malato di Alzheimer.

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  • L’opinione pubblica? Le lettere ai giornali

    Con noi – ha fatto capire il nuovo sindaco, sin dalle prime battute – ha da finire la città dove chi è più forte tira la coperta dalla sua parte. E magari lo fa anche di nascosto. Con noi, ha detto Vincenzi, la politica tornerà ad essere trasparente. Vogliamo guidare le cose e non lasciare che succedano. E cercheremo anche di correggere, quando sarà possibile, progetti e situazioni ereditate dal passato ma che non ci garbano.

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  • Tigicinque – Dai con la cronaca nera ché la paura fa brodo

    Da un po’ di tempo avevo la sensazione che il TG5 fosse un po’ troppo sbilanciato sulla cronaca nera, perciò oggi 4 settembre 2007 mi sono annotato i temi della sua emissione principale, alle ore 13; ecco gli argomenti:

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  • Informazione – La sicurezza sul lavoro non fa notizia

    Una accusa che viene spesso rivolta ai giornali è quella di accendere per un breve periodo una luce su un argomento, perché sollecitati da un evento eccezionale, per poi spegnerla poco dopo e dimenticarsene fino alla prossima emergenza, o evento eclatante. Tipico, si direbbe, il tema degli infortuni sul lavoro soggetto a flash di attenzione in occasione dell’incidente che per le modalità del suo accadimento “attira” l’attenzione generale, per poi tornare rapidamente nella indifferenziata ed anonima routine dei tre, quattro infortuni mortali al giorno.

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  • Suq – Mercatini in fotocopia tra finzione e realtà

    Sulla prima pagina di Repubblica-Lavoro di lunedì 18 giugno, in un breve articolo con fotografia intitolato “Al porto antico la guerra dei suq” si poteva leggere che “mentre al Suq (nda, con la maiuscola) ufficiale i visitatori passavano da uno spettacolo a un piatto etnico, a una lettura di poesia, poco distante andava in scena il suq (senza maiuscola) contraffatto con decine di venditori di merce di dubbia provenienza disposta sul selciato o su un telo”..

    Meno male però, ci rassicura l’articolo, che tutto ciò “non ha turbato le ultime ore di successo del vero Suq” (nuovamente con la maiuscola).

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  • Cartoline – Miscellanea dal mondo dell’informazione

    Lunedì 18 febbraio, ore 13.52. Il GR3 dà la parola, sulla questione delle intercettazioni e della pubblicazione degli interrogatori del furbetto romano del quartierino, a Fabrizio Cicchetto, ex socialista lombardiano in gioventù, poi tessera P2 n. 945, oggi autorevole rappresentante di F.I. Scandalo e monnezza (rumenta per i genovesi), dice. Certo, adesso hanno interessato anche il suo capo. Prima andavano bene.

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  • Giornalisti – Non solidarietà pelosa verso i free lance

    Il segretario dell’Associazione ligure dei giornalisti, Marcello Zinola, risponde a stretto giro di e-mail, e con reale apertura, alle amarissime critiche mosse al sindacato di categoria da un giovane lavoratore precario dell’informazione. Tra le contestazioni contenute nella lettera di Nur El Din commentata nel numero precedente di Oli , si avanzava il sospetto di una discriminazione, una sorta di “solidarietà pelosa”, verso i “giornalisti di serie B”, freelance, pubblicisti, articoli 2, autonomi, al punto da non riconoscere neppure il contributo di maternità a queste colleghe neo-mamme.

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  • Informazione – Destra e sinistra unite contro i disturbatori

    Da come mostra di conoscere l’ambiente dell’informazione, si direbbe un giornalista, forse a sua volta precario, l’autore del commento alla nota circa i “braccianti delle news” (vedi OLI 141). Se le cose stanno così, cioè se le redazioni pullulano di giovani piegati e sfruttati -dice in buona sostanza la lettera- la colpa non è solo degli editori: che cosa fa di suo, al di là di una “pelosa solidarietà”, la Federazione della stampa, ossia il sindacato unitario della categoria? Come mai non estende di propria iniziativa ai paria della professione alcuni diritti di cui godono i tutelati; e al contrario fa versare ai tartassati addirittura il contributo Inpgi per un “fondo maternità”, di cui le colleghe neomadri non potranno mai beneficiare? Sono alcuni dei precisi e pesanti interrogativi ai quali potrà venire una risposta puntuale, più che da noi, da parte del segretario della Federazione stessa (Marcello Zinola della Ligure non sfugge certo ai quesiti imbarazzanti).

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