Categoria: Immigrazione

  • Migranti – La badante a perdere

    “Sono giเ grave peggio di cosi non si può finire ho perso quasi sensibilita delle dita , non come pensi tu io dito li muovo stringo in pugno ma pugno si stringe rittardo e punta delle dita sempre addormenta, e mi fa male polso. ma tu non lo sai tutta la storia io ieri avevo detto che mi famale tanto e che io vorrei andare al pronto ma questa qui me lo fatto la scenna che io decisa di lasciare perdere e aspetare ancora un pò”.
    Katiuska ่ una ragazza che ha accettato di lavorare “seppelllita”, come si dice nell’ambiente, ossia due mesi chiusa in casa da sola con un vecchietto di novant’anni, senza mai uscire se non per portare la spazzatura per 5 minuti al giorno. Ha scelto di fare anche i sabati e le domeniche per recuperare l’ingente somma di denaro necessaria per mettere a punto il ricongiungimento familiare del figlio.

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  • Migranti – 1998, quando c’era la speranza

    Autunno 1998. Al centro Civico di Cornigliano per tre settimane la mostra “Numeri Arabi” fece da cornice a rappresentazioni teatrali, musica, dibattiti: uno di questi aveva per titolo “Tra paura e normalità”.
    Scorrendone la trascrizione conservata nell’Archivio del Forum Antirazzista di Genova, si incontrano gli argomenti di adesso, solo che allora c’erano lavori in corso diretti verso la speranza.
    Le paure “degli” immigrati erano tante e drammatiche già allora, e l’elenco che ne fu fatto resta una buona descrizione della condizione immigrata in tutti i tempi, ma si poteva anche dire: “Dal 1990 ad oggi si sono moltiplicate anche le situazioni normali per un numero crescente di immigrati…”.
    C’era un confronto aperto e costante tra la rete delle associazioni e la amministrazione comunale. C’era ancora la speranza di far cogliere alla politica, alla sinistra, l’immensa scommessa politica che Genova poteva giocarsi sulla immigrazione.

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  • Informazione – L’apertura di un nuovo sguardo

    “MediAttori” è un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro che si concluderà il 31 maggio 2010. Capofila l’associazione COSPE (www.cospe.org), scopo quello di stendere una mappa dei cittadini immigrati di prima e seconda generazione che operano nel settore della comunicazione, di creare tra loro una rete, di favorirne la collaborazione con i mezzi di informazione a larga diffusione (a partire da Internazionale), e di valorizzarne le competenze giornalistiche per “accreditarli come portatori di nuove prospettive sull’Italia Multiculturale”.
    I territori coinvolti dal progetto del COSPE sono Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Toscana.

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  • Badanti – La carità pelosa della regolarizzazione

    Cos’è questa divisione dei migranti in una parte femminile innocente ed una parte maschile pericolosa? Da una parte le badanti da regolarizzare e dall’altra i temibili operai edili, metalmeccanici, agricoli ecc. da escludere.
    Quale logica c’è dietro a questa divisione degli esclusi che pare condivisa dalla parte consistente della politica e dell’informazione?

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  • Diritti – Non li reclama più nessuno?


    “A dire il vero, li avevo ereditati… Vede, non ero ancora nata che i grandi d’Europa già ne discutevano, i diritti li ho ricevuti fatti e impacchettati, come la collana di perle della nonna, e forse li davo per scontati.”
    “Cara signorina, scusi se la interrompo, doveva stare più attenta. La distrazione, sulle cose serie, proprio non la concepisco. Posso capire perdere un ombrello, un cappellino…Ma i diritti! Vabbè, lasciamo stare… Continuiamo la lista?”
    “D’accordo. Ma mi tolga una curiosità: sono l’unica che s’è accorta di averli persi?”
    “Credo di no, signorina, ma ultimamente i diritti non li reclama più nessuno.”

    9)Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948): art. 6. Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.
    10) art. 13. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.

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  • Diritti – Quelli dei migranti e quelli delle donne

    Il 3 giugno, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha detto alla Comunità di Sant’Egidio, sua ospite a Montecitorio che “I figli degli immigrati nati in Italia che frequentano le scuole è giusto che abbiano la cittadinanza”.
    Secondo “Generazione 2”, associazione dei figli degli immigrati nati in Italia, la cittadinanza è il problema prioritario.
    Quando questi ragazzi scoprono che non avere la cittadinanza li priva di una serie di diritti e servizi riservati ai cittadini italiani, si sentono fortemente discriminati e ne sono profondamente colpiti.

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  • Migranti – Soggiorno e occupazione: un legame da sciogliere

    Quando un lavoratore immigrato perde il lavoro e non ne trova un altro entro sei mesi perde il permesso di soggiorno col risultato che l’immigrato resta in Italia da irregolare o da “clandestino” come alcuni usano dire. Questo legame tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno è auto lesivo: non danneggia solo gli immigrati, ma gli stessi interessi italiani.
    La sospensione del rapporto lavoro/permesso in questa fase di crisi è stata sollecitata sia dai sindacati (in particolare dalla CGIL), sia dalle associazioni dei datori di lavoro interessati a ripartire, finita la crisi, con lavoratori già formati professionalmente e che conoscono la lingua e il sistema italiano.

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  • Migranti – Assegno vietato per i troppo poveri

    Un cittadino marocchino divenuto invalido in seguito ad un incidente sul lavoro chiede all’INPS l’assegno d’invalidità ai sensi della legge 118/1971, ma la sua domanda viene rifiutata per mancanza della carta di soggiorno. La legge 388/2000, art. 89 infatti dispone che per avere diritto a provvidenze economiche di natura sociale è obbligatorio un permesso di soggiorno di lungo periodo, cioè la carta di soggiorno. Solo che, per ottenere la carta, l’immigrato deve dimostrare di possedere almeno un certo livello di reddito.
    Il cittadino marocchino ricorre, e il Tribunale di Genova (ordinanza n. 635/09 del 17.04.2009) gli dà ragione, affermando che è sufficiente il permesso di soggiorno. La decisione del tribunale aveva una solida base: infatti la Corte Costituzionale, con due sentenze (306/2008 e 11/2009), aveva già dichiarato l’incostituzionalità della legge 388/2000, nella parte in cui esclude dal diritto alla indennità di accompagnamento e alla pensione di invalidità i cittadini immigrati soltanto perché non avevano i requisiti di reddito necessari per il rilascio della carta di soggiorno.

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  • Migranti – Liste di proscrizione: i volenterosi complici degli aguzzini

    I fatti risalgono ai primi di febbraio 2009 ma sulla stampa se ne è parlato solo a metà del maggio scorso (su Repubblica vari articoli tra il 20 e il 25 maggio). A Genova una preside che si presenta nelle aule di tre istituti superiori ai quali sovrintende (Einaudi, Casaregis, Galilei) e dice “dite al vostro compagno o alla vostra compagna tale dei tali che se non si presenta coi documenti le mando i carabinieri a casa”. Per maggiore chiarezza, l’elenco dei destinatari interessati al messaggio compare anche sulla lavagna. Pochi giorni dopo, il 16 febbraio, una sessantina (molto meno della metà!) di docenti di quegli istituti sottoscrive una protesta: chiedono spiegazioni dell’inusuale comportamento.

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  • Migranti – Basterebbe una circolare

    Scade il permesso di soggiorno, e contemporaneamente scade anche l’iscrizione del cittadino immigrato al Sistema Sanitario Nazionale.
    Una iscrizione temporanea (che dura tre mesi) si può avere portando alla ASL la ricevuta della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, e finalmente, quando arriva il permesso, l’immigrato dovrà tornare ancora una volta alla ASL, per avere una iscrizione ancora una volta pari alla durata del permesso. Ma molto spesso, dati i lunghissimi tempi del rinnovo, una iscrizione temporanea non basta, per cui è necessario tornare alla ASL più volte per rinnovarla. Un andirivieni che ingrossa le code alla ASL, aumenta la mole di lavoro agli sportelli ed irrita gli anziani che devono stare in coda per più tempo, non tutti possono avere la sedia, qualcuno pensa che la colpa è degli immigrati.

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