Categoria: Lavoro

  • Lavoro – La lezione di Trentin su passato e futuro

    Il quarto incontro di “Parole per la città” era dedicato al lavoro, ma ad ascoltare Bruno Trentin di mondo del lavoro (operai, impiegati, sindacalisti) ce ne era pochissimo. Il gruppo dirigente della CGIL era lontano, impegnato al Congresso Nazionale di Rimini, e tutti gli altri, lavoratori e rappresentanti sindacali, erano comunque lontani quanto basta perché la notizia di questo incontro non li raggiungesse o non li invitasse a venire.

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  • Cornigliano – Neanche un crocifisso per i cassintegrati

    L’aula magna della Scuola Edile di Borzoli giovedì 16 febbraio è piena solo a metà, anche se i temi trattati avrebbero dovuto richiamare tutti i 480 cassintegrati di Riva. Gestione busta paga e rinnovo del contratto nazionale sono grasso che cola per chi sino al 2008 sarà in un deserto lavorativo. Sia per poca informazione (la stampa ha altro di cui occuparsi) che per disincanto, presenti solo pochissimi impiegati e un’ottantina di operai.

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  • Welfare – Pantomime inopportune con i cassintegrati

    I gasometri di Cornigliano sono stati, per i dipendenti di Riva, meridiane sulla giornata lavorativa. Erano sipari aperti sul sole. Incombevano nelle giornate di pioggia. Perché alle acciaierie la pioggia è implacabile, il freddo più freddo, il caldo soffocante. I gasometri verranno smontati a breve, come pezzi di un lego da sostituire da elementi diversi, più nuovi. Con loro, cokeria, palazzina, uffici, altoforno verranno sacrificati “per una nuova identità” di un quartiere che spintona da anni per essere simile ad Arenzano.

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  • Ilva – Quando il giovin signore parla dei lavoratori (g.p.)

    “Daniele Riva: Genova sarà la mia università”. Giovedì 19 gennaio, di Nadia Campini , Repubblica-il Lavoro.
    La laurea dai Riva si ottiene sul campo. E il rampollo milanese “alla soglia dei trent’anni” adesso si concede alla stampa.

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  • Acciaierie – Cassa e delusione per altri 470

    Le hanno chiamate dall’ufficio personale alle 17.20 di venerdì 13 gennaio. Alle Acciaierie di Cornigliano la timbratura d’uscita è alle 17.30. Hanno comunicato a queste persone che, a partire da lunedì, dovranno smaltire tutte le ferie. In mancanza di monte ore potranno considerarsi in cassa integrazione. Un incubo.

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  • Spot 1– Se il lavoro fisso e’ una malattia

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    Campagna antidroga? No, promozione del lavoro autonomo. Strana idea quella della Provincia di Genova di umiliare una condizione di lavoro assimilandola alla tossicodipendenza. In questa epoca di precarietà e diritti negati non se ne sentiva davvero il bisogno.

  • Call center – Lavoro a progetto? Un vero abuso

    Da qualche tempo, per fortuna, si inizia da più parti a guardare dentro al mondo dei call centers (Vedi Oli n. 72, 73, 74, 75, 76).

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  • Ilva – Riflessioni su un bimbo tra i cassintegrati

    C’era un giovane con un bambino in braccio all’assemblea dei cassintegrati ILVA lunedì 7 novembre alla Scuola Edile di Borzoli. Il presente con in braccio il futuro. Un bambino senza età. Simbolico e fuori luogo come lo sono i bambini tra i lavoratori nelle manifestazioni, nelle piazze, a rivendicare anche per se stessi quello che spetta solo agli adulti. Bambini con il contratto. Quel bambino chiedeva cosa sarà di suo padre nei prossimi tre anni. Quante ore, quali mansioni, le sue buste paga, i buoni pasto, la tredicesima.

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  • Call Center – Alice è sopravvissuta al lavaggio del cervello

    Arrivata all’ultima puntata di Alice mi si affollano in testa un sacco di domande su quella che sarà la mia vita.
    In questo posto ci sono già da un anno e mezzo, sta diventando un tempo lungo, incomincio ad avere paura. Paura di rimanerci incastrata. Di adattarmi. Di non avere più il coraggio di cambiare. Di lavorare ho bisogno, e so benissimo che fuori di qui non c’è l’Eden, che tutto in giro è pieno di lavori brutti e precari, ma è che questo lavoro … non si limita ad essere un lavoro.

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  • Call center – Quelli che stanno peggio di noi

    Stavolta non vi parlerò di me, sennò penserete che sono una egocentrica! Vi racconto invece una conversazione rubata in treno. Uno dei due lo conoscevo, aveva un negozio di merceria dalle nostre parti, che poi ha chiuso. Non mi ha riconosciuta, ed io ho fatto finta di niente perché le cose che si diceva con l’altra mi hanno subito fatto drizzare le antenne.

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