Categoria: Salute

  • Psichiatria – Il campetto psichiatrico del San Martino

    “Campus psichiatrico”. Di questo ha parlato Gianni Orengo, direttore Sanitario di San Martino, riferendosi ad un progetto, in fase di realizzazione, all’interno dell’ospedale. Il concetto richiama scenari spaziosi, ma nel merito la stampa genovese non ha dato informazioni dettagliate. Si suppone tuttavia che Orengo si sia ispirato ad un modello, nei fatti difficile da rintracciare, ma di cui indichiamo di seguito quelli che potrebbero essere alcuni elementi fondanti che ci sono stati dati dagli USA. Simile a un Campus Psichiatrico è un luogo in grado di accogliere diverse tipologie di pazienti. E’ immerso nel verde. Al suo interno quattro, cinque palazzine basse ospitano bambini – per i quali è prevista l’attività scolastica – adulti, pazienti in fase acuta e non.

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  • Informazione – L’anoressia spiegata ai media

    Attraverso la prima pagina dei quotidiani online ci si imbatte ormai con frequenza nell’incubo anoressia gridato dalle braccia troppo esili della Paris Hilton di turno o nel dimagrimento malsano-miracoloso di Lindsay Lohan dovuto al cibo-spazzatura. Non c’è scampo neanche dal sito della propria web mail, prima ancora di raggiungere la casella di posta elettronica si è rassicurati che Katie Holmes, la moglie di Tom Cruise, è dimagrita sì molto, ma a causa dello stress lavorativo.
    Gli allarmi lanciati nella rete sono solitamente corredati da nutriti album di fotografie, sulle quali gli occhi anoressico/bulemici indugiano con desiderio ed attenzione.

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  • Psichiatria – Oltre le gabbie

    Dichiarazioni stampa relative alla nota di OLI 228, ripresa da Marco Preve su Repubblica il 4 giugno u.s. sulle condizioni della clinica psichiatrica: “Si sta provvedendo alla ristrutturazione dei reparti psichiatrici” dichiara il direttore sanitario di San Martino Gianni Orengo “Questo vuol dire che presto la clinica verrà trasferita e nel frattempo abbiamo già ridotto il numero dei ricoverati. Sono state avviate le procedure di gara per portare la clinica al padiglione 11, dove si trova già – in locali ristrutturati – il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura della Asl 3. L’idea è quella di creare un campus psichiatrico, con la clinica che occuperà i locali del piano superiore. E in quel contesto ci sarà a disposizione un vero e proprio parco, con spazi ampi da dedicare ai pazienti”. E precisa: “Ci sono dei problemi, si possono criticare le scelte e trovare percorsi diversi, ma questo, vorrei essere chiaro, non mette in discussione i principi della legge Basaglia”.

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  • Migranti – Basterebbe una circolare

    Scade il permesso di soggiorno, e contemporaneamente scade anche l’iscrizione del cittadino immigrato al Sistema Sanitario Nazionale.
    Una iscrizione temporanea (che dura tre mesi) si può avere portando alla ASL la ricevuta della domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, e finalmente, quando arriva il permesso, l’immigrato dovrà tornare ancora una volta alla ASL, per avere una iscrizione ancora una volta pari alla durata del permesso. Ma molto spesso, dati i lunghissimi tempi del rinnovo, una iscrizione temporanea non basta, per cui è necessario tornare alla ASL più volte per rinnovarla. Un andirivieni che ingrossa le code alla ASL, aumenta la mole di lavoro agli sportelli ed irrita gli anziani che devono stare in coda per più tempo, non tutti possono avere la sedia, qualcuno pensa che la colpa è degli immigrati.

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  • Psichiatria – Diagnosi ricovero e posologia ma senza troppi ideali

    Hanno costruito alle spalle del reparto una gabbia per polli. Ha le grate alte e verdi, del colore delle persiane genovesi, e un cancello. Gli infermieri lì non li vogliono portare. Dicono sia umiliante. Spiegano che sarebbe il pollaio per farli fumare. Se ci si affaccia dalla sala da pranzo il “pollaio” si vede: sembra il giardinetto di un asilo. Nella sala da pranzo il problema fumo è ampiamente superato dalle patologie, la sigaretta qui è sostenuta, fornita in gran quantità da parenti e amici che provvedono alle scorte anche di chi è solo e dimenticato.

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  • Anziani – Dal pubblico al privato l’assistenza passa di mano

    C’è qualcosa di male, in sé, nel fatto che l’assistenza agli anziani sia gestita da buone strutture private? No, salvo un dettaglio. E cioè che l’avanzata dei privati si sta accompagnando al disfacimento del nucleo pubblico che con la sua offerta aveva il compito di dettare modi e regole di questo mercato.
    La gestione diretta di una quota di assistenza, hanno sostenuto tutti gli esperti interpellati nel corso di questa piccola inchiesta (OLI: 219, 220, 224, 225, 226) è la condizione essenziale per poter esercitare con autorevolezza un ruolo di regolazione e controllo.

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  • Anziani – Alzare le coperte per vedere cosa c’è sotto

    I costi della assistenza sanitaria agli anziani nelle strutture convenzionate sono a carico dei cittadini (bilancio Regione). Il tetto di spesa fissato per il 2008 in Liguria è stato, per l’esattezza, di 79,9 milioni di euro:il 2,5 % dei 3.140.650.000 del bilancio regionale destinati alla sanità (il 72 % del bilancio generale). Tanto o poco? E specialmente: qual è la qualità del servizio ricevuto dagli anziani che ne fruiscono?

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  • Lettere – Perchè il Brignole va in malora

    Molto d’accordo con le opinioni di Michela Costa (OLI 225 – Nella nebbia della quote).
    Però ci si dimentica che con 37 €/giorno si fa mangiare, dormire, riscaldare etc. non solo l’Anziano non-autosufficiente, ma anche 2/3 di Persona addetta. Infatti al Brignole, data la gravità media degli Ospiti, ci sono 2 Addetti ogni 3 ospiti..
    E il numero di Addetti per Ospite è determinato dai DRG, quindi non si possono ridurre. Ci si meraviglia se un’Azienda in cui non sono liberi né i costi né i ricavi, dopo qualche anno va in malora?
    (Gin Migone)

  • Anziani – Nella nebbia delle quote

    -Mi scusi ho un anziano da ricoverare…
    -Ecco qui un elenco di una trentina di strutture che fanno il caso suo. Può anche scaricarselo da internet (http://www.asl3.liguria.it)
    -Ma le differenze… il costo, l’assistenza ad esempio…
    Sono un funzionario pubblico e non posso favorire nessuno. Bisogna che sia lei a telefonare.

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  • Assistenza – L’emergenza anziani in una città di vecchi

    In una città di vecchi l’assistenza agli anziani può considerarsi una emergenza? Dal fatto che la stampa non se ne occupi mai la risposta dovrebbe essere no. Eppure il quadro è nero: posti letto largamente insufficienti; enti pubblici che si ritirano dalla erogazione diretta dei servizi e si dimostrano sempre meno interessati e capaci di regolare e controllare un sistema per il 70% gestito da privati; vita difficile per chi cerca di dare un buon servizio a costi equi e un contratto di lavoro decente al personale; ottimi guadagni per chi scarica i costi su utenti e dipendenti; tempi medi di attesa per un ricovero definitivo in regime di convenzione che si aggirano sui 18 mesi.

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