Tralascio di menzionare l’annosa e incresciosa ragione della carenza in Italia di biblioteche digitali per spezzare una lancia a favore di un progetto dei responsabili della Biblioteca del Cnr e di tutto il complesso sistema di Servizio di Documentazione Scientifica dell’Area di Ricerca del Cnr di Genova. Il progetto si chiama “Dagli incunaboli al digitale” e prevede la digitalizzazione e l’indicizzazione di tutto il patrimonio librario antico della Biblioteca dell’Isem Cnr di Genova. Biblioteca specialistica sulla storia della tecnica dove si contano a catalogo circa cinquecento volumi antichi di argomento tecnico e scientifico.
Ad oggi abbiamo potuto redigere una lista del posseduto del patrimonio antico; abbiamo digitalizzato cinque volumi che sono interamente visualizzabili ed eventualmente stampabili nella sezione Biblioteca del sito dell’Isem Genova (www.ge.isem.cnr.it).
E’ l’inizio di un progetto presto “linkato” nella rete nazionale ed europea.
(Grazia Biorci, Cnr Isem Genova)
Autore: Redazione
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Biblioteche digitali
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VERSANTE LIGURE
CRONISTA ALLARMISTA
Propalo io il tamtam
dell’emergenza rom
sui campi faccio zoom
m’industrio a scovar slum
v’inondo, here I am!
(son peggio d’uno spam).

Cronista d’assalto
Enzo Costa
email: enzo@enzocosta.net; http://www.enzocosta.net
Illustrazione di Aglaja
email: aglaja@fastwebnet.it; http://aglajage.splinder.com
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Migranti – Le stragi alle porte di fortezza Europa
Le notizie di sbarchi clandestini di migranti sulle coste italiane sono diventate routine. Alcune tragedie, alcuni arrivi numericamente cospicui riescono ad occupare le pagine dei giornali e a richiamare l’attenzione su quello che è in realtà uno stillicidio di morti che continua da un ventennio. L’ultimo episodio è il naufragio di due imbarcazioni (una sulle coste della Calabria, l’altra in Sicilia) che tra il 27 ed il 28 ottobre ha causato 27 vittime ed un numero indefinito di dispersi.
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Statistiche – Il suicidio di massa per ora è rinviato
Nel 2000 la Organizzazione Mondiale per la Sanità giudicò tutt’altro che trascurabile la potenziale influenza dei mezzi di informazione nel favorire o nel prevenire il ricorso al suicidio, e tracciò delle linee guida per indirizzare i media ad una corretta trattazione di questo argomento. Qualche esempio? “Utilizzare fonti affidabili e riconosciute”, “Usare particolare cautela nel diffondere e interpretare i dati e le statistiche sul suicido”, “Evitare l’utilizzo di titoli a grande impatto e in prima pagina”…
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Devastazioni – Sta ai ragazzi fermare il degrado scolastico
Tutta la stampa locale del 6 novembre 2007 ha dato rilievo all’allagamento doloso del liceo scientifico Leonardo Da Vinci. A Genova, rispetto alle principali città d’Italia dove fatti analoghi sono avvenuti nei mesi passati (ad esempio a Milano, al Parini) c’è stata qualcosina in più. Il “fattaccio” infatti è stato consumato grazie ad un “blitz acrobatico” e in un momento (il ponte) che ha permesso di massimizzare i danni. La notizia che il 6 s’era guadagnata le prime pagine locali, già il 7 aveva perso il suo mordente. Mancano le prove che a commettere l’atto vandalico siano stati studenti e in particolare studenti del Leonardo. Inoltre – a detta del preside – mancherebbe una chiara finalità: “non si sa chi abbiano voluto colpire”, ha detto (Repubblica 7 novembre). Il fatto che nella cronaca del 6 novembre appariva intollerabile (il commento del docente del Colombo su Repubblica-Lavoro) è svaporato nel corso di poche ore.
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Porto/1 – Si chiama governance la crisi di Genova
La Conferenza strategica sul porto (31 ottobre 2007) voluta da Marta Vincenzi ha mostrato una preoccupante divisione nel centro sinistra locale e nel suo rapporto col governo nazionale. Il progetto Vincenzi (OLI n. 162) ha il suo principale cardine nella disponibilità dei finanziamenti derivati dal cosiddetto extragettito fiscale. Un comma contenuto all’articolo 5 della legge finanziaria in discussione al Senato prevede che una gran parte delle risorse generate dai maggiori gettiti fiscali dei porti liguri siano impiegate per finanziare il Terzo Valico.
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Porto/2 – Un tecnico da Bruxelles sotto la Lanterna?
Un tecnico. In linguaggio aziendale il ruolo rappresenta esperienza, conoscenza, “saper fare”. E’ una figura importante perché conosce linguaggi e settore, ha frequentato le maestranze, ed ha le competenze per risolvere i problemi. Non è detto che abbia abilità politica, ma quando la situazione è grave questo non è un dato rilevante poiché le sue capacità superano di gran lunga questa pecca, per il semplice fatto che “il tecnico” sa di cosa parla. Al tecnico si ricorre quando la situazione è disperata. Normalmente accade durante le privatizzazioni, in situazioni al collasso o laddove gli appetiti in campo sono tali che solo una figura esterna, di esperienza comprovata, può farvi fronte. Nell’immaginario collettivo il tecnico è una figura spietata, senza remore, chiamata da un luogo lontano capace di valutare con distacco, senza contaminazioni, il quadro esistente. Il cinema ci offre numerosi esempi, sono personaggi soli, samurai, capitani coraggiosi, sceriffi.
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Espulsioni – A dispetto degli ariani siamo in Europa
Non è una vocazione, ma spesso una necessità professionale per chi fa il giornalista quella di incalzare, anziché compiacere l’intervistato, insomma fare il rompiscatole per poter cavare qualche straccetto di verità dal buco del dico e non dico. L’ultimo esempio è venuto da “la 7”, Gad Lerner alle prese con Franco Frattini, vicecommissario europeo, disposto a parlar di tutto meno che rispondere alla domanda centrale: l’UE consente o no le espulsioni di massa dei romeni che sono invocate a gran voce dall’Italia reazionaria capeggiata da Bossi-Fini-Cavaliere? -
La violenza non ha nazionalità
(Metro, 8 novembre 2007)
Vorrei chiedere scusa agli italiani, visto che sono romena, per il male che abbiamo fatto. Vi chiederete il perché del plurale. Perché ormai è opinione diffusa che essere romeno voglia dire essere assassino o ladro. È proprio questo il mio disappunto e vi spiego perché: sono una ragazza di 25 anni e avevo solo 17 anni quando mio padre fu ucciso barbaramente da un vostro connazionale, il suo datore di lavoro, a cui aveva chiesto la regolarizzazione. -
Italia assente nella biblioteca europea on line
Mi reco in una nota biblioteca pubblica della mia città (Torino). Cerco un libro raro, nulla di che, un testo del XVIII secolo sulla vita di alcuni personaggi politici. Gli addetti mi guardano con fastidio. Il testo è conservato in un fondo particolare. Occorre compilare in triplice copia la richiesta di consultazione, dopo avermi richiesto una lettera di presentazione di un qualche docente universitario, che non possiedo dal momento che non sto facendo tesi o altre attività legate all’università. Quindi mi dicono di tornate tra 5/6 giorni, in quanto la sala dove il volume è collocato si trova in un’ala del palazzo non raggiungibile dal personale di sala in quanto non a norma.