E’ passato quasi un anno dall’ultima cena. Quella che il gruppo Riva ha offerto ai dipendenti più anziani nel luglio 2005. Un anno dalle feroci occupazioni di strada, dalla rabbia delle assemblee, dai verbali di conciliazione firmati con l’azienda, da un agosto che li ha visti lasciare il posto di lavoro in cambio di una cassa integrazione alla quale si aggiungeva un’integrazione salariale a fronte di un lavoro di pubblica utilità.
Categoria: Lavoro
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Convegno Call Center – Ma interessa il ruolo dell’Università?
Nel suo articolo “Call Center – mancavano al convegno professori e politici” (Newsletter OLI, n. 105 del 14/6), m.c. deplora le molte significative assenze ad un convegno sicuramente importante. Scrive, in particolare: «Qualche professore di diritto, e non solo del lavoro, ci sarebbe stato bene». L’osservazione critica coglie nel segno, ma merita qualche riflessione ulteriore, a partire dalla domanda: perché non c’erano?
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Retribuzioni – Lavoro femminile: le parole per dirlo
Il direttore de L’Unità Antonio Padellaro, conducendo Prima Pagina (19 giugno), ha dato conto di una inchiesta sulla discriminazione salariale delle donne a cui il suo giornale ha dedicato un ampio spazio. Benissimo. Meno bene quel che succede a seguito della telefonata di un ascoltatore il quale in sintesi ha detto: “Sono quaranta anni che lavoro, e non ho mai incontrato un solo caso in cui, a parità di mansione, per le donne fosse prevista una paga inferiore a quella degli uomini. Di quali discriminazioni state parlando?”
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Primarie/1 – A chi spetta realmente scegliere il sindaco
Pierfranco Pellizzetti, opinionista di Micromega – una rivista importante della “sinistra critica”, scrive anche per il Secolo XIX. Ironico, controcorrente, Pellizzetti conosce l’arte della provocazione. Sa che i politici hanno facce di marmo, cuori di pietra e lingua biforcuta e lui ce la mette tutta per costringerli a svelarsi. Come nel pezzo comparso sul Secolo XIX del primo marzo scorso, “Primarie per dare a Genova un sindaco dei cittadini”.
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Malasocietà – Precari e disoccupati popolo invisibile
“Ma perché si parla tanto di mancanza di lavoro per i giovani, mentre dei precari di mezza età come la sottoscritta o di disoccupati cronici over 40 non se ne parla mai! Che qualcuno si faccia avanti, coraggio!”; e ancora: “siamo così invisibili?”
Mail che atterra come un 747 su una casella di posta avvezza a lettere, pacate osservazioni, appelli, sottoscrizioni infine a quei messaggi in power point, con gli animali dalle espressioni umane corredati da frasi di pace. Una casella di posta che riceve aeroplani di carta. -
Call Center – Mancavano al convegno professori e politici
“Call Center idee per un cambiamento”, il 9 giugno ’06 a Genova. Convegno importante e i quotidiani se ne sono accorti. Secolo XIX (10 giugno), pagine regionali, “Viaggio tra i forzati dei Call center. Divisi tra gentilezza e nevrosi in un lavoro privo di sbocchi”.
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Sicurezza – Perché gli immigrati si infortunano di più
“Un minuto per te” è il titolo della campagna di informazione promossa da INAIL e CGIL CISL UIL sulla sicurezza del lavoro per i lavoratori immigrati presentata l’11 maggio in un convegno. L’articolo del Secolo XIX del 12 maggio riporta con diligenza i dati sull’aumento degli infortuni dei lavoratori immigrati, ma omette le osservazioni più importanti espresse nell’incontro.
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Mostra/1 – I quadri e gli uomini di tempi moderni
Sembrava quasi un’ultima cena la presentazione alla stampa della mostra “Tempo Moderno” il 13 aprile a Palazzo Ducale. Al centro Burlando, affiancato ai lati da Borzani, Castellano, Repetto, in uno sfumare lento su Giacobbe, CGIL, e altri, sino a De Biasi, dirigente dell’Ilva. Un’ultima cena dove il pane spezzato è la mostra, offerta ai presenti con sintesi veloci a seconda di chi, costretto a prendere la parola, due cose le deve pur dire su ciò che verrà mostrato.
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Mostra/2 – La metà del lavoro fuori del Ducale
Non si può proprio dire che Mario Margini, parlando a nome del sindaco, abbia colto nel segno quando lo scorso 13 Aprile, nel corso della presentazione della mostra “Tempo Moderno”, parlando a nome del Sindaco di Genova ha detto che le opere esposte rappresentano il lavoro al di fuori di ogni ideologia.
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Quote d’ingresso – Anche manager extra, ma senza coda
Li abbiamo visti fare code dall’alba, rifocillati da volontari. Autorganizzarsi, stabilendo il numero d’ingresso nell’ufficio postale prescelto. Così in centro come in periferia.
I nostri politici si sono premurati d’avvisare: non di sanatoria si tratta, ma di quote di forza-lavoro prestabilite. Chi perde, perché non ha raggiunto lo sportello per tempo (i primi otto minuti dopo le 14.30), sarà ricacciato ai margini, nascosto alle luci della ribalta, clandestino.