Autore: Redazione

  • VERSANTE LIGURE


    SENTA UN BO


    “Cassano che fa gol!”

    “Sgarbi muto ad oltranza!”

    “Un portentoso gel

    che a Bossi dà sapienza!”.

    Sognato ho il Festivàl

    ma della Fantascienza.


    Per i miracoli
    non siamo attrezzati

  • Porto – “Anno zero”? Sì, no, forse

    Oggetto: la conferenza strategica voluta dal sindaco Vincenzi per definire il destino del porto. Premessa: la città ha il suo futuro economico nel porto; in quello dei container; non in quello “vecchio” delle “merci varie”. Il porto di Genova che alla fine degli anni Novanta era il primo del Mediterraneo è scivolato al terzo posto. Se tutto andrà bene a fine anno avrà mosso 1.800.000 containers. Vincenzi: l’appuntamento è il 2015; bisogna creare le condizioni per muoverne 10 milioni. Un numero – nella discussione seguita alla relazione c’è chi farà dell’ironia – che serve a sottolineare come, per recuperare e reggere i tempi, la situazione attuale andrà moltiplicata almeno per 3 o 4 volte. Per realizzare un obiettivo così ardito Vincenzi propone uno strumento “complessivo”, un’autorità con il compito di eliminare il traffico pesante dalle strade cittadine e dell’Appennino, capace di affrontare la questione portuale nell’insieme (porto, interporti e in frastrutture -gronda, terzo valico ecc.) e non per frammenti. In pratica una società composta da comune, regione e provincia da finanziare con l’extragettito ma non solo.

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  • Rom – Sindaci-sceriffo e responsabilità

    Lunedì 5 novembre un’ascoltatrice di “Prima Pagina” (la trasmissione di rassegna stampa e dialogo con gli ascoltatori di Radio3) ha telefonato domandando: “Ma chi era preposto al controllo della irregolarità degli insediamenti rumeni a Tor di Quinto, dove è stato finora? Perché si lascia che si costituiscano i ghetti? Se non si pone, politicamente, un argine si creano le condizioni di una conflittualità che prima o poi esploderà e andrà fuori controllo”.

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  • PD – A Genova il nuovo sempre in ritardo

    Col partito democratico comincia una nuova stagione. È la promessa- programma di Walter Veltroni, lo slogan della sua cavalcata verso la segreteria del nuovo partito, la speranza di tutti i delusi della sinistra e delle passate stagioni. E con le sue prime mosse Veltroni sta dimostrando di crederci davvero: spazio alle donne, facce nuove, organismi più agili, presenza della società civile nel sancta sanctorum del partito.

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  • Benedizioni – L’ideale della ricchezza e la festa di Hallowen

    L’indignazione di don Marino Bruno (sacerdote al di sopra di ogni sospetto moralistico) sul consumismo pagano della festa di Hallowen, cui ha fatto da cassa di risonanza l’Arcivescovo, a parte le considerazioni sociologico-storico-demoantropologiche che ne sono nate, porta a una riflessioni un po’ amara. Il consumismo più sfrenato del nostro tempo, che vede arricchirsi i più ricchi e impoverirsi i più poveri per consentire ai loro figli di avere ogni cosa griffata e che contamina ogni cosa comparsa sul mercato, non solo perciò la festa delle zucche vuote, non nasce da quel modello di politica targata Berlusconi, che i Vescovi sembrano apprezzare ogni volta che la politica si occupa di argomenti etici e torna in ballo la santità della famiglia, giudicata a rischio?

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  • Gossip – Mancavano in salotto le signore dei politici

    Gli italiani proprio di questi tempi in cui la barca sembra andare ogni giorno a fondo, sentivano davvero il bisogno di un libro sulle donne (pardon Signore) dei politici, che raccontasse l’influenza delle stesse sulle decisioni e le scelte dei mariti, le loro preferenze in materia di vestire, il distacco o meno dalla politica e dalla vita del palazzo, i legami con la famiglia ecc. Ha provveduto il giornalista per tutte le occasioni Bruno Vespa, col suo centesimo (inutile) libro. Il quale prima o dopo sarà presentato da Berlusconi, campione della famiglia tradizionale e cristiana che i Vescovi portano ad esempio; ne avrà lustro e vendite.

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  • Minori marocchini/1 – Come mandare a scuola i venditori di fiori

    Il convegno “Un futuro shakerato – studenti stranieri nelle scuole italiane” organizzato per il 30 e 31 ottobre dall’Ufficio scolastico regionale della Liguria, ha presentato, nella sua seconda giornata, il libro “Un futuro credibile” redatto a cura di Claudia Nosenghi e Danila Berretti e pubblicato dal Ministero della Pubblica Istruzione: un’esperienza di contrasto al lavoro minorile che ebbe luogo a Genova tra il 2002 e il 2005 raccontata attraverso una serie di testimonianze e riflessioni ed accompagnata da una indagine che ne riporta con accuratezza i passaggi e gli esiti, pur con alcune omissioni.

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  • Minori marocchini/2 – Con sforzo ma superata la paura delle famiglie

    La parte di storia non detta nel libro “Un futuro credibile” può essere ricostruita attraverso le carte dell’archivio del Forum Antirazzista, in fase di sistemazione presso il Centro Ligure di Storia Sociale. Il punto di partenza è il 1999 quando l’Ufficio immigrati della Cgil iniziò ad affrontare il problema della regolarizzazione di un certo numero di minori, circa 100, prevalentemente marocchini, entrati clandestinamente e che i familiari (padri o zii) regolarmente soggiornanti volevano regolarizzare.

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  • Guai se tocchi i falsi poveri

    Qualche anno fa divenni Presidente (gratis) di un’Opera Pia con un bilancio annuo di 9 milioni di Euro. Scoprii subito che la Casa di Riposo gestita dall’ente riceveva solo persone autosufficienti ed avviai la prima trasformazione sulla base delle vere esigenze dei cittadini: la Casa di riposo soprattutto per non-autosufficienti.
    Però era anche in vigore uno strano sistema per la determinazione delle rette: agli utenti veniva trattenuto il 90% della pensione e stop.
    Così accadeva che pensionati del pubblico impiego pagassero cifre assai più alte rispetto a pensionati del commercio o dell’artigianato notoriamente assegnatari di bassi profili pensionistici ma, solitamente, con una precedente vita lavorativa più remunerativa.

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  • Bilancio oscuro alle CinqueTerre

    Pubblicata su “Il Secolo XIX”, 3 novembre 2007
    Il Tar di Genova ha respinto il ricorso dell’associazione ambientalista “Verdi,Ambiente e Società” con il quale si chiedeva di poter prendere visione dei bilanci del Parco nazionale delle Cinque Terre. Bilanci che fino a oggi, nonostante le innumerevoli richieste, non sono mai stati resi pubblici.
    Da un articolo del Secolo XIX del 19 ottobre si evince che i documenti richiesti non sono riconducibili alla nozione di informazione ambientale e che, quindi, la richiesta è irragionevole. Secondo i giudici, la legge sulla trasparenza degli atti amministrativi non può permettere un indiscriminato accesso alla documentazione di un ente per cui, se così fosse, l’associazione avrebbe poteri ispettivi che non le competono.
    In altre parole i giudici negano a noi cittadini la possibilità di conoscere in che modo vengono spesi i soldi pubblici. Ma se i bilanci per legge sono pubblici, c he “poteri ispettivi” potrebbero mai avere dei cittadini nel richiederli?
    Con questa sentenza, il Tribunale ha dimostrato di non stare dalla parte dei cittadini, in nome dei quali amministra la giustizia, ma giustifica un modo di gestire la cosa pubblica che, nei fatti, è intoccabile, inarrivabile, autoreferenziale. Ciò è tipico di uno stato autoritario.
    Infine, se gli ambientalisti non possono più occuparsi di un ente che istituzionalmente deve preservare il territorio, che cosa devono fare?Vestirsi di giallo e partecipare a qualche celebrativo raduno ecologico per raccattare cartacce?
    (Marco Castagneto)